Castel Sant’Angelo – La leggenda di San Michele
Castel Sant’Angelo, detto anche Mausoleo di Adriano, è un monumento di Roma la cui storia ebbe inizio nel 135 d.C. L’imperatore Adriano chiese infatti all’architetto Demetriano di costruire un mausoleo funebre per sé e i suoi familiari, ispirandosi al modello del mausoleo di Augusto, ma con dimensioni gigantesche. Da quel momento cominciò la storia secolare di questo edificio.
Castel Sant’Angelo è uno dei siti architettonici più affascinanti di Roma e dai numerosi misteri irrisolti che lo accompagnano da secoli. Ma in particolare c’è una leggenda che vi vogliamo raccontare: quella che ne spiegherebbe il nome.
Secondo la tradizione, nel 590 d.C., papa Gregorio Magno salì al soglio pontificio sullo sfondo di una città in preda all’anarchia ed alla carestia. Solo pochi, sparuti cittadini si aggiravano tra le rovine di quella che era stata la capitale del mondo; a complicare ulteriormente una situazione già critica sopraggiunsero una rovinosa piena del Tevere – che sommerse buona parte dell’Urbe – ed una terribile pestilenza, che decimò la già scarsa popolazione.
Per invocare la misericordia divina, papa Gregorio organizzò una processione di tre giorni a cui prese parte l’intera cittadinanza intonando inni in una città preda della peste che falciò anche il corteo, fulminando gli uomini e facendoli stramazzare a terra morti. Giunti all’altezza del mausoleo di Adriano, però, i romani distinsero chiaramente stagliarsi contro il cielo violetto la sagoma luminosa dell’arcangelo Michele nell’atto di riporre nel fodero una spada fiammeggiante. Era il 29 agosto del 590. Quella sera stessa la pestilenza cessò. Il mausoleo di Adriano divenne così il Castello dell’Angelo.
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